"She brings the sunshine to a rainy afternoon...
She puts the sweetness in and stirs it with a spoon,
She watches for my moods and never brings me down..
She puts the sweetness in all around...
She knows just what to say to make me feel so good inside
and when I'm all alone I feel I don't want to hide..."
Come vi sarete resi conto sono un
inguaribile romantico e tendo ad amare le storie d'amore impossibili,
assurde, al limite del surreale, tra personaggi “border-line” che
però riescono a conquistarti ed emozionarti grazie alla loro
leggerezza. In più prediligo i film con una trama esile,
intimisti... così come amo i film dalla regia non convenzionale,
acerba, a tratti completamente “sbagliata” e soprattutto amo i
film d'autore sinceri, dove emerge con tutti i suoi difetti, il
pensiero del regista, il suo modo di intendere il cinema e la vita.
Ecco, “Buffalo '66”, lungometraggio
di esordio di quel pazzo di Vincent Gallo, è tutto questo. Un film
che parla di solitudine ed amore, sincero, originale, magari fatto
più per se stesso che per il pubblico...si, autoreferenziale, ma in
questo caso non me la sento di considerarlo un difetto. Gallo,
attore, regista, sceneggiatore, musicista, pittore, ha deciso con
questo film di mettersi a nudo, dare libero sfogo alla propria
creatività ed ha creato un'opera così personale che non può non
suscitare emozione. Il film che ne è uscito fuori è una pellicola
profondamente malinconica, a tratti angosciante, eppure così
dolce...

E' la storia di Billy Brown, un tipo
fuori dagli schemi, un perdente, uno sconfitto dalla vita... che ha
perso più di 10000 dollari, scommettendo sulla vittoria al superbowl
della squadra di Buffalo, la città dove è cresciuto. Ed a causa di
questa scommessa persa, è stato costretto per ripagare il debito, a
confessare un crimine che non aveva commesso ed a passare quindi 5
anni della sua vita in carcere. Uscito di galera, così, ha un solo
obiettivo: uccidere il giocatore responsabile dell'errore che aveva
determinato la sconfitta di Buffalo. Prima di far questo, però,
decide di rapire una giovane ballerina (Cristina Ricci) ed obbligarla
a fingere di essere sua moglie di fronte ai suoi familiari. Segue
quindi la lunga sequenza della cena in famiglia, in cui conosciamo i
genitori di Billy, anch'essi due perdenti, una mamma tifosa sfegatata
dei Buffalo Bills e un padre ex cantante nei night-club, che sembrano
non avere un minimo interesse per il figlio....
La telecamera si sofferma sullo sguardo
assente di Billy, sulla profonda tristezza che si legge nei suoi
occhi. Capiamo che per lui, la prigionia non è mai finita, la vita
stessa è il suo carcere. Si comporta in maniera violenta, urla,
prova a fare il duro... ma noi spettatori non caschiamo nell'inganno,
riusciamo a capire il suo mondo interiore, aiutati dai continui
flashback che ci vengono mostrati in split-screen... E' un tipo che
vorrebbe amare, ma ha paura del contatto fisico, di lasciarsi andare,
per via della profonda mancanza di fiducia nei confronti dell'umanità
che lo circonda.
E poi, soprattutto... c'è il bellissimo
rapporto che si sviluppa tra lui e la giovane ragazza, che non esita
ad amarlo senza chiedere niente in cambio. E' lei che "She puts the sweetness in all around"..
Ed è veramente un
personaggio fantastico questo qua interpretato da una favolosa
Cristina Ricci. Goffa, lunatica, introversa, ma allo stesso tempo
così tenera e sincera...
Talvolta la telecamera si sposta, le
luci si abbassano ed un proiettore illumina i volti dei protagonisti.
Ci sono balletti, canzoni, abbracci dolcissimi nei letti del motel.

Il registro è variabile, si passa
dalla commedia nera al noir, al comico, dal surrealismo al
realismo...dal grottesco al sentimentale. Ritmo frenetico in alcuni
frangenti, lentissimo in altri...La fotografia fredda e irreale, le
immagini sporche, le musiche tristi, lo rendono quasi perfetto nella
sua imperfezione. Un film che si ama o si odia, ma senza dubbio un
piccolo gioiello del cinema indipendente, che merita sicuramente di
essere recuperato. Una perla che nessun amante del cinema dovrebbe
farsi sfuggire.
Voto 8, grande Vincent Gallo!

vincent gallo è troppo un gallo e questo film è bellissimo.
RispondiEliminapeccato che il gallo sia troppo cazzone e svogliato, chissà se riuscirà a fare qualcos'altro a questi livelli...
Infatti come regista è sparito dalla circolazione... io comunque ci spero che riesca a fare qualcos'altro di questo livello, voglio sperare che non abbia già esaurito tutto quello che ha da dire.. stento a crederci. Speriamo riesca a tirare fuori un'altra perla del genere!
Eliminabravissimo Vittorio, stai diventando davvero un recensore coi fiocchi.
RispondiEliminaHo recensito Buffalo 66 da poco per la rubrica visti per voi (e in quel caso quello che me l'ha richiesto era il mio miglior amico) e ci ho trovato tutto quello che dici te.
Goffamente tenero lo definirei.
Sei un toscano e quindi sicuramente stai allo scherzo quindi posso dirti che hai una bella figliola vicino?
e bravo il mio Vittorietto :)
Certo certo che puoi dirlo, grazie! Molto bella anche la tua recensione...come la maggioranza di quelle che ho letto sul tuo blog. diciamo che ho un buon "maestro"
Eliminamavanfaculo Vittorio, l'unica cosa di cui sono maestro è la carbonara e incasinarmi la vita
Eliminaa la prochaine
Visto poco tempo fa. Film particolare, sicuramente eccezionale, ma per me ha mancato di qualcosa. Non so, i due protagonisti non sono stati intensi come la parte richiedeva. Lo riguarderò per vedere di capirci meglio.
RispondiEliminasono d'accordo... non manca qualcosa, manca tantissimo! e' un film davvero "acerbo", ben lontano dalla perfezione, ma secondo me è proprio questa imperfezione, quell'atmosfera assurda, la fotografia dai toni irreali, il montaggio sbagliato, le recitazioni non perfettamente consone alla scena, che lo rendono ancora più affascinante. per me un film indimenticabile! Benvenuta!! :-D
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