<<Un tempo la notte era fatta per
dormire...già, sonni calmi e profondi e svegliarsi poi...senza
terrori. Da molte sere siamo svegli fino all'alba, ma questa è l'ora
peggiore. Sai come si chiama? Il popolo la chiama l'Ora del lupo, è
l'ora in cui molta gente muore e molti bambini nascono, è l'ora in
cui gli incubi ci assalgono e se restiamo svegli...>>
<<Abbiamo paura.>>
Oscurità completa. Soltanto qualche
lampo di luce ogni tanto, poi soltanto buio, il buio della mente. Non
riesci più a dormire, non riesci più a vivere. La tua è una
battaglia continua, incessabile, contro il tuo passato, i tuoi
rimorsi, contro il tuo futuro, le tue paure. Un vortice da cui non
puoi uscire... Alma ti da la mano, prova a tirarti fuori, a salvarti,
ma tu la tiri troppo forte verso di te, lei non ce la fa a resistere...
adesso quel vortice risucchia anche lei...
Il sonno della ragione genera mostri...


Vediamo poi l'amante del pittore e ci
assale il dubbio se essa esista veramente o no, se sia un ricordo del
passato, oppure una delle tante oscure presenze dell'inconscio del
protagonista. Così assaliti da questi dubbi, da questo senso di
incomprensione e straniamento arriviamo velocemente alla seconda
parte della pellicola. Solo a questo punto, dopo quasi metà film compare il
titolo: l'Ora del lupo. E siamo così proiettati nella camera da
letto dei due protagonisti, in mezzo al buio completo smorzato
soltanto dalla luce di un fiammifero.
<<Questo silenzio opprime la
mente, sembra una cosa irreale, neanche il mare si sente, una pace
tremenda...non è vero?>>
<<Stai piangendo?>>
<<Non piango, penso al
bambino...e a questa silenziosa oscurità, come se non dovesse più
far giorno...>>
Da lì in avanti assistiamo così
all'inarrestabile sprofondare di Johan nella propria follia E
precipitando trascina con sé la moglie Alma, anch'essa ormai preda
delle sue stesse paure ed ossessioni. E non c'è via di scampo, se
non la morte...
<<Non capisco più niente, non so
più che cosa sei, ho solo paura...credi che voglia restare qui e
forse finire uccisa, credi davvero che ci tenga a vederti correre
dietro quella donna e parlare con i fantasmi?>>

Le tematiche, infatti, sono le stesse
di molti altri film: la fragilità dell'uomo, la sua difficoltà nel
mettere a freno le pulsioni dell'inconscio, l'incomunicabilità tra
due amanti, l'amore non più corrisposto, la solitudine, la
condizione degli artisti che più di ogni altro tendono ad
emarginarsi e sprofondare nella depressione. Pochi registi, sono
stati così abili come Bergman nel raccontare le debolezze dell'animo
umano. Qui però, il maestro svedese, compie un passo ulteriore,
sconfinando nei territori del surrealismo, contornando le sue
riflessioni filosofiche con immagini di straordinaria e disarmante
potenza visiva. Girato subito dopo il capolavoro “Persona”,
questo film è probabilmente la sua opera più sperimentale, atipica,
decisamente all'avanguardia per il tempo in cui è stata realizzata
ed ancora oggi, a più di quarant'anni di distanza, mantiene intatta
la propria modernità. Non capisco pertanto come possa essere
considerata un'opera minore...

Pertanto, rapportandosi agli anni in cui è stato girato ed ai mezzi a disposizione a quel tempo, penso che ben pochi registi sarebbero riusciti a descrivere così bene in immagini l'effetto devastante che può avere la mente sull'uomo. Guardare questo film è come ritrovarsi a
correre dentro un tunnel buio, in fuga dalle nostre peggiori paure...senza mai vedere la luce.
<<Grazie a voi io ho raggiunto il
limite...lo specchio si è spezzato, ma... cosa riflettono i
frantumi?>>
l'ho visto un mesetto fa, davvero un film grande e difficile da capire (se con Berman è possibile) in una sola visione.
RispondiEliminae poi le opere minori dei geni sono solo capolavori:)
Se posso, un consiglio: non modificare i fotogrammi, è sacrilego - è Bergman, dopotutto.
RispondiEliminaGrazie per il consiglio, ma non li ho modificati... ho soltanto aggiunto la cornice nera. Per il resto li ho solo ripuliti un po' perchè la qualità non era ottimale. Era fatto proprio per renderli più vicini alla realtà. Un semplice restauro, non una modifica!
EliminaIntendevo proprio quella cornice nera che penetra nel fotogramma, almeno in questo caso: non c'è, è nitido il bordo al cinema. Almeno in Bergman. In "Lezuo" di Boccassini no, per esempio.
EliminaNon saprei dire perché "L'ora del del lupo" viene considerata un'opera minore. C'è tutto Bergman qui e non mi sembra possa invidiare qualcosa a capolavori consacrati quali "Il settimo sigillo" e "Come in uno specchio" (tanto per citarne un paio tra i miei preferiti).
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