..."Dire la verità,quello che non so,che cerco,che non ho ancora trovato.Solo così mi sento vivo."

sabato 14 dicembre 2013

"Oltre l'Eden" (1971) di Alain Robbe-Grillet

Oltre l'Eden... ai confini del cinema.

 Non essere. Oppure recitare. Questo è il problema. Niente sentimenti. Nessuno dei miei sentimenti esiste. Tranne quello che fingo di provare.



Un film cupo, pervaso di luce. Sembra impossibile ma è così...

Specchi che ingannano, geometrie che imprigionano, luminosità che acceca... sangue, sesso, perversioni, incubi... Menti distorte...
Scusate l'incipit criptico di questa recensione. Anzi, questa (purtroppo), non sarà una recensione, perché in tutta franchezza “Eden et apres” è un film difficilissimo da analizzare, impossibile da classificare. Non saprei nemmeno se chiamarlo “film”. Si ha l'impressione, infatti, sin dai primi attimi, di trovarsi di fronte ad un qualcosa che esula dalla definizione classica di film. Non c'è una trama precisa, non c'è sceneggiatura, dialoghi ridotti all'essenziale, quasi soltanto voce fuori campo... Un esperimento artistico, probabilmente è meglio chiamarlo così. Ma che esperimento! Straordinario lo definirei, non solo extra-ordinario. Pazzesco.

Voglio mettere le mani avanti: è una pellicola che probabilmente agli occhi di molti potrà passare come eccessivamente pretenziosa. Un gioco intellettuale. Proprio come quello dei protagonisti, che si chiudono in un edificio che sembra un quadro astratto di Mondrian, per mettersi alla prova continuamente con giochi suicidi. Roulette russe che portano alla morte, fatte così per scherzo... Avvelenamenti gratuiti, senza movente, senza sentimento... e poi si butta giù in gola la “Polvere della paura” e si precipita negli incubi (in una delle scene più allucinati e suggestive ). Direttore d'orchestra un misterioso uomo,lo “straniero” al ritorno dall'Africa. E' lui a coinvolgere i ragazzi in giochi assurdi, apparentemente (o effettivamente) senza senso... Segue un omicidio e poi un lungo trip, un sogno che prende la forma di un viaggio in Tunisia, alla ricerca di non si sa cosa... basta, non c'è da parlare di trama, perché quella conta veramente poco.
Ma non fraintendetemi, malgrado questo suo forte intellettualismo è un film che riesce a sorprendere, incantare... Certo, bisogna stare al gioco, accettare l'esperimento del regista, ma se lo si fa, quel che ci troviamo di fronte è un esperienza unica, al limite tra il thriller e l'erotico, ai confini del cinema...

Basterebbe l'estetica formidabile a farci dimenticare dei contenuti difficilmente afferrabili... la fotografia straniante nella sua perfezione... le musiche, gli occhi timorosi della sensuale protagonista o tutte quelle scene in cui il rosso vivo del sangue si erge dal bianco delle pareti.


Un film che è l'apoteosi dell'onirismo. Surrealismo puro. Tutta immaginazione. Poi ci si può vedere la storia di una ragazza fragile attratta dal fascino del mistero, del male. Ma è uno di quei casi in cui tentando di spiegare un film, tentando di dargli una logica, non si fa che indebolirlo. Magari non ci ho capito niente, cosa possibilissima, magari l'intento del regista era altro...

Probabilmente qualcuno più bravo di me saprà fornirne un analisi più dettagliata, saprà scovarne significati nascosti, teorie filosofiche e quant'altro. Io, in tutta onestà, mi sento alquanto impotente, ma non posso non segnalarvi, non consigliarvi (ebbene si) questa opera.

Ciò che mi preme stavolta è destare la vostra curiosità. Questa più che una recensione è un invito che rivolgo a quei pochi cinefili che di rado capitano su questo blog di provare a vedere questa pellicola, provare ad immergersi... e magari provare a commentarla insieme, perché in rete si trova ben poco.

Fidatevi, è un qualcosa da scoprire, anche solo per vedere fin dove il cinema può arrivare, o forse solo per godere delle immense potenzialità di questo mezzo, che non deve essere per forza narrazione e questo film ne è una chiara dimostrazione.

Grazie ad Enrico Ghezzi per averlo mandato in onda su Fuori Orario e grazie a Luigi Rotondo di "The cinema & Music show" ed a "I controversi" per avermelo segnalato e consigliato!

“Che cosa cerchi qui?

Niente. E l'ho trovato”.




 


 


3 commenti:

  1. Mah, Grillet continua a convincermi molto più in letteratura che nel cinema... Comunque sia hai delle fonti davvero pessime :p

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  2. Di Grillet conosco veramente poco e come Yorick, quel poco visto finora non mi ha convinto. Questo però, da come ne scrivi sembra qualcosa di parecchio surreale e quindi (visto anche l'ottimo periodo di produzione, in cui sfornavano a raffica gioiellini del genere) potrebbe piacermi. Anche visivamente, assomiglia a qualcosa di molto vicino ai primissimi lavori surrealisti di quel porcone di Tinto Brass (L'Urlo, per esempio).
    P.S. Le immagini qui sopra hanno un aspetto incandescente. Non è che sono state sottoposte a qualche piccolo ritocco sulla colorazione? Eh eh eh... Vittorio! Non modificare i fotogrammi, mi raccomando :P
    Scherzo, grazie per la segnalazione invece ;)

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    Risposte
    1. Guarda che i colori sono questi, tutti colori primari. Ed è bellissimo vedere il rosso del sangue spiccare sul bianco degli arredamenti. gli unici minimi ritocchi fatti sono stati per rendere giustizia al film...guardare per credere. E grazie per leggere sempre le mie puttanate!! ;-) Ultimamente ho visto pochissimo, ma ho già una serie di recensioni in programma... appena mi sono tolto questi esami del cazzo, arriveranno!!

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