..."Dire la verità,quello che non so,che cerco,che non ho ancora trovato.Solo così mi sento vivo."

lunedì 13 gennaio 2014

"CASTAWAY ON THE MOON" di Hae-jun Lee (2009)

"Amo così tanto la luna...

non c'è nessuno lassù...
e se non esiste nessuno

la solitudine non ha senso" 


Ancora una storia di solitudini che si incontrano, si cercano, si inseguono...si amano?
Una commedia surreale, onirica, forse anche grottesca, ma così delicata e poetica da riuscire ad incantare chi la guarda.
Poco importa se la storia sia oltre il limite che separa il reale dall'assurdo, non è quello che conta. Come spesso accade nei film orientali ad avere l'importanza sono le immagini, i gesti semplici, le poche parole...

Si ride tanto eppure ci si commuove di fronte a questi due personaggi.
Da una parte Lui, uno come tanti, anzi...un inetto come tanti, senza soldi, pieno di debiti, appena lasciato dalla fidanzata che lo disprezza. La sua vita sta andando a puttane, sta...naufragando, ancor prima di prendere la decisione di gettarsi da quel ponte, con l'intenzione di suicidarsi, fuggire da tutto e da tutti.
Ma anche il suicidio non va in porto e si ritrova così su di un isolotto in mezzo al fiume, vicinissimo a quella città, quella società che lo annientava, eppure allo stesso tempo così lontano, distante,
invisibile. Come prima, come sempre insomma.

“Che stupido, non sei nemmeno capace di suicidarti.”

Il telefono ovviamente ha finito la batteria e di nuotare non è capace (sennò il film nemmeno cominciava). E' lì su quell'isolotto, in mezzo ai rifiuti della società...spazzatura, bottigliette di plastica, scatolette di tonno ed una vecchia barchetta a pedali fatta ad anatra. Solo con se stesso e la sua fragilità, i suoi rimorsi, i suoi incubi... con quelle carte di credito prosciugate che non gli servono più a niente, giusto giusto per pulire la barchetta dalla cacca degli uccelli.
Fatto sta che decide di rimandare il suicidio e tentare di sopravvivere su quell'isola, dove la società ed il resto dell'umanità non possono più fargli del male... e così, quindi, incomincia a darsi da fare come un novello Robinson Crusoe, riscopre la bellezza della natura, il sapore dimenticato della noia.



E poi c'è Lei, dall'altra parte del fiume. Una giovane ragazza. Anche lei è sola, anche lei per scelta. Non ha tentato il suicidio, ma si è barricata nella propria camera, in fuga dal mondo. Non esce mai, nemmeno fa entrare la luce del sole. Dorme dentro nell'armadio, si sottopone all'autoipnosi per addormentarsi e vive soltanto una vita virtuale sul web “dove puoi essere chi vuoi”.
Poi la sera, da spazio alla sua più grande passione: Fotografare la Luna.
“Amo così tanto la luna, non c'è nessuno lassù...e se non esiste nessuno la solitudine non ha senso”

Solamente due volte all'anno, durante delle esercitazioni antiterrorismo si concede di guardare il mondo, perché in quelle situazioni la città si svuota...
“Due volte all'anno, per soli venti minuti il mondo si svuota, come sulla luna la gravità diventa un sesto di quella reale. Come vorrei che il mondo restasse sempre come in questo momento. Anche la vita peserebbe un sesto...”


Ed è proprio in quei momenti in cui il mondo diventa Luna che Lei con il suo cannocchiale scorge Lui.
“Un alieno” esclama! Perché di alieni si tratta... se i terrestri sono quelli normali, che vivano la loro vita in città come tanti. Che vivono senza paura della vita. Loro no, loro sono alieni...

Però pian piano, mandandosi messaggi, lui scrivendo sulla sabbia, lei gettando da un ponte bottigliette di vetro contenenti lettere, cominciano a conoscersi...o meglio ad avvertire a vicenda la presenza dell'altro.
Ed allora quella solitudine pian piano si dissolve, la musica cambia... quelle tende in camera le puoi aprire, non c'è più bisogno di ripararsi dal sole, di nascondersi dal mondo. Ed allora puoi uscire anche di casa senza casco, correre verso l'altro, solamente per dirgli come ti chiami. Solo per dirgli Io ci sono. Non sei più solo. Non lo siamo più.
_______________________

Fidatevi, è una meraviglia questo piccolo film. E' una commedia, certo, e non ha assolutamente pretese autoriali, ma riesce a colpire, emozionare, trasmettere grande forza vitale ed energia positiva. Molto curata nei dettagli, in alcune trovate visive sensazionali, con delle scene che ti lasciano per qualche secondo senza fiato e ti fanno rimandare indietro il film per vederle, rivederle, rivederle ancora... Se fossero tutte così le commedie!

Unica pecca, se proprio vogliamo trovargli un difetto, direi il finale leggermente scontato, non all'altezza di tutto ciò che c'è davanti, ma tutto sommato di fronte ad una commedia del genere c'è solo da battere le mani.


Un ringraziamento speciale al mio “maestro” Oh Dae-soo de “Il buio in sala”, che se non lo avesse inserito nella sua classifica di fine anno, probabilmente mi sarei fatto scappare questo gioiellino.



"The lunatic is on the grass 

The lunatic is on the grass 
remembering games and daisy chains and laughs 
got to keep the loonies on the path 

The lunatic is in the hall 
the lunatics are in the hall 
the paper holds their folded faces to the floor 
and every day the paper boy brings more 

And if the dam breaks open many years too soon 
and if there is no room upon the hill 
and if your head explodes with dark forbodings too 
I'll see you on the dark side of the moon 
The lunatic is in my head 
The lunatic is in my head 
you raise the blade, you make the change 
you rearrange me ' till I'm sane 
you lock the door 
and throw away the key 
there's someone in my head but it's not me 

And if the cloud bursts, thunder in your ear 
you shout and no one seems to hear 
and if the band you're in starts playing different tunes 
I'll see you on the dark side of the moon"

6 commenti:

  1. Un film che ho adorato.
    Splendido.

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    1. Davvero! Anche io l'ho amato... una delle cose più poetiche che abbia visto di recente. Molto profondo anche se non perde mai quella sua leggerezza che è l'ingrediente principale!

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  2. Gran film, anche se il senso o la concezione della morte che hanno gli asiatici fa gran parte del lavoro.

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    1. Su quello non c'è dubbio... ma davvero ti è piaciuto? non mi sembrava un film molto nelle tue corde, mi sorprendi...piacevolmente!

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  3. Ma tu non mi avverti???

    Meno male che mi sono accorto.

    Recensione enorme Vittorio.

    E il ringraziamento finale non so che dire...

    Un abbraccio

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    1. Recensione modestissima! Non la vedo l'enormità... molto più bella la tua. In ogni caso, un grande abbraccio anche da parte mia!

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