..."Dire la verità,quello che non so,che cerco,che non ho ancora trovato.Solo così mi sento vivo."

domenica 22 dicembre 2013

"Angeli violati" (1967) di Koji Wakamatsu


Può un film che racconta un orribile fatto di cronaca, una storia di follia e violenza estrema, essere di una sconfinata raffinatezza e dolcezza? Si, può esserlo. E ce lo dimostra Koji Wakamatsu con questo splendido “Angeli violati”, film di appena 57' capace di emozionare ed incantare, grazie alla bellezza delle immagini e delle musiche.
Ispirato ad una storia vera, il film narra di un pluriomicidio: è la storia di un pazzo che entra in un dormitorio di infermiere e le uccide una per una in maniera brutale, risparmiando alla fine soltanto una ragazza. Disadattato, depresso, frustrato, incazzato con il mondo intero e soprattutto ossessionato ed intimorito dal sesso, il giovane ci viene presentato nelle prime scene del film attraverso le proiezioni della sua immaginazione: una splendida carrellata di nudi femminili in bianco e nero, labbra, occhi, gambe, piedi... Segue poi la sequenza in cui lo vediamo provare la propria pistola in riva al mare e soltanto dopo questa scena veniamo scaraventati dentro il dormitorio. Due delle infermiere stanno consumando un rapporto saffico, le altre le stanno spiando da un buco della parete. Arriva quindi il ragazzo e sono le stesse infermiere a farlo entrare, inconsapevoli dell'incubo che che si troveranno a vivere di lì a pochi minuti.
Il resto del film è un dilagare irrefrenabile della follia. Il ragazzo impazzisce e sfoga tutta la sua rabbia sulle innocenti fanciulle. Vediamo i suoi occhi pieni di ira. Entriamo nella sua testa, viviamo i suoi incubi, assaporiamo la sua misoginia, determinata dalla paura del sesso femminile, derivate probabilmente da una incapacità di soddisfare sessualmente le ragazze. Nella sua mente distorta, la donna è un mostro, un pericolo e le sequenze oniriche mostrateci da Wakamatzu in questa ottica sono perfette per farci entrare in empatia con il killer, per farci assaporare la sua fragilità.
Per una buona mezz'ora il film diventa un qualcosa di estremamente disturbante. Le urla delle ragazze, i loro occhi pieni di terrore, ci assalgono lo stomaco, ce lo stritolano... e ci troviamo così combattuti tra sentimenti di compassione, nei confronti sia delle vittime che del carnefice, e sentimenti di rabbia ed odio profondo.
Se riusciamo a resistere, però, ciò che ci aspetta è una finale di una dolcezza impressionante. In pieno stile orientale, la violenza, la brutalità, si mescolano improvvisamente alla poesia, al romanticismo. Le musiche ci trasportano in un'altra dimensione, dal bianco e nero si passa bruscamente al multicolor ed il film assume tutt'altra forma e sapore. Il killer spietato si trasforma anch'esso in un angelo violato e non lo vediamo più come carnefice, ma anche questo come fragile vittima di un mondo crudele, bisognosa soltanto di essere amata.


Fortemente criticato, condannato, proibito in quasi tutto il mondo, “Angeli violati” è a mio modo di vedere un gioiello perduto da riscoprire. Malgrado la trama esile, i pochissimi dialoghi, è una pellicola che riesce a far breccia nel cuore grazie alla bellezza delle immagini, a quelle inquadrature sugli sguardi dei protagonisti dotate di una incredibile sensibilità intrinseca. E' un film che penetra dentro, lo si sente scorrere dentro di noi con la sua potenza. Lo si vive. Punto.

6 commenti:

  1. Non ho voluto leggere tutto, perchè già dalle prime righe ho capito che è sicuramente uno di quei film che potrei adorare. Tra l'altro panorama interessantissimo, quello giapponese di fine anni '60. L'ho già segnato e vedo di recuperarlo all'istante, poi ripasso a scriverti le mie impressive, grazie Vittorio!

    P.S. Da come ne scrivi, credo sia sullo stile di "Blind Beast" (1969) di Yasuzo Masumara, un film che potrebbe piacerti sicuramente ;)

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    1. Di Blind Beast ne ho letto in giro, ma non l'ho visto...cercherò di recuperare! sul cinema giapponese di quegli anni sono d'accordo. Anche i primi film di Oshima sono veramente belli! Ma questo ce l'hai? sennò fammi un fischio e te lo procuro!! e grazie ancora

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    2. Si, l'ho già trovato, è in dl, ti ringrazio!

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  2. Gran film, e un Wakamatsu in grandissima forma, qui in una delle sue migliori prove. Hai fatto bene a parlarne e ne hai parlato bene, sottoscrivo soprattutto l'ultima parte, quando parli di sensibilità intrinseca.

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    1. Grazie Yorick... c'è un gioco di sguardi in questo film straordinario!!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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