..."Dire la verità,quello che non so,che cerco,che non ho ancora trovato.Solo così mi sento vivo."

venerdì 5 luglio 2013

CROCODILE di Kim Ki Duk

Crocodile (1996) Esordio alla regia del grandissimo Kim Ki Duk. Un gioiello dove sono già presenti tutte le sue tematiche più importanti. Coccodrillo è il soprannome del protagonista, un disperato che vive sulle rive di un fiume, aspettando che qualcuno si suicidi gettandosi nelle acque per ripulirlo puntualmente di qualsiasi cosa abbia addosso. Di lui sappiamo solo questo, il resto ci è descritto dalle immagini. Un animale, quasi privo di umanità... pronto a dar sfogo alle più ancestrali delle pulsioni. Vive insieme ad un uomo più vecchio che viene chiamato “Nonno” e ad un ragazzino, con il quale gira per la città provando a racimolare qualche moneta con ogni genere di truffa. Questo è lo scenario. Siamo nei pieni bassifondi della società, ai margini. Nella sporcizia, nella disperazione, nell'ignoranza. Solo il “nonno” sembra giocare il ruolo del saggio, ma anche lui schiacciato da una vita a cui non ha più niente da chiedere... In mezzo ai perdenti, anzi in mezzo a chi forse non ha nemmeno mai avuto la possibilità di giocarsi quella benedetta partita.
Poi arriva una bellissima ragazza senza nome che tenta il suicidio, Coccodrillo la salva e se ne innamora... Ma Kim non cade nella banalità di dipingere la classica storia del cattivo che cambia per amore. Coccodrillo se ne innamora è vero, ma la ama a modo suo, con la sua ignoranza... con i soli mezzi che conosce, quelli della violenza, della brutalità, dell'abuso fisico. Sin da questo primo film, il regista sudcoreano non ci risparmia niente. Il mondo è crudele, perché nasconderlo? In mezzo ai contini pugni nello stomaco che ci infligge il regista, però, c'è la POESIA... Questa è la sua forza. Creare il sublime in mezzo allo sporco, al sangue, alla disperazione. Un esordio straordinario... Ed una scena finale che ti si impianta nel cuore e non ti abbandona più. Non c'è lieto fine. Per nessuno. Almeno non nel mondo... soltanto evadendo da questo, gettandosi nelle profondità delle acque, in quel microambiente che si crea Coccodrillo lontano dalla realtà (e che tutti ci possiamo creare, questo il significato di quella casa subacquea). Forse non c'è nemmeno speranza. Ma ci sono la vita, l'amore, come li vede Kim Ki Duk, come li vedo io!




Tanto di cappello, specialmente considerando che prima di fare questo film, Kim viveva dipingendo per le strade di Parigi.
 (4 foto)

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