“Il sospetto” di Thomas Vinterberg è un film immenso. Nel senso che è immensamente potente. Immensamente bello. Scritto immensamente bene. Fotografato alla perfezione. Con una prova immensa dell'attore protagonista Mads Mikkelsen che non per niente ha vinto il premio come migliore attore a Cannes.
Lo
dico con sicurezza: uno dei film più belli che abbia mai visto in
vita mia. ED E' IL FILM CHE PIU' HO ODIATO. L'ho odiato in ogni
singolo fotogramma, in ogni singola scena, in ogni singolo dialogo.
L'ho odiato si. Perché è perfetto, perché è realistico. Perché
ha il coraggio di mostrarci una realtà che forse è accaduta, accade
ed accadrà, da qualche parte del mondo. Perché siamo umani, perché
questa è la nostra natura. E lo fa senza fronzoli, senza poesia.
Senza vie di fuga. Una storia inventata ma pienamente vera, dove non
c'è il minimo spazio per l'immaginazione. E così ti ci ritrovi
immerso, al punto di affogare, senti quella storia vicinissima,
soffri.
Tutto
è perfetto. A livello artistico si tratta di un'opera ineccepibile.
Ma
io quella realtà non la volevo vedere.
Maledetto
il giorno che mi sono convinto a vedere questo film straordinario.
Maledetto il giorno in cui ho dato ascolto alle recensioni
entusiastiche. Maledetto il giorno in cui ho dimenticato la mia
sensibilità.
O
forse: Benedetto il giorno che mi sono convinto a vederlo, a trovarne
il coraggio.
Si,
stanno così le cose. Non posso pentirmi di aver visto un film di una
potenza così folgorante.
Un
film che lascia senza fiato.
Perché
si parla di un terribile sospetto infondato che rovina la vita di un
uomo per bene, a cui non crede più nessuno. Un ottimo maestro
d'asilo accusato di pedofilia. Noi spettatori sappiamo che è
innocente, ne abbiamo la certezza, ma agli occhi di tutti diventa un
pervertito per una menzogna inventata da una bambina, la figlia del
suo migliore amico. E quel sospetto diventa una condanna senza
scampo. Una condanna a vita. Si perché nonostante non abbia fatto
niente e venga dichiarato innocente, nonostante non sia arrestato
perché il crimine non c'è stato, resterà sempre colpevole di
fronte agli occhi della gente. Ci sarà sempre chi dubiterà di lui,
anche tra quelli che un tempo erano suoi amici.
“I
bambini non mentono” si dice e nessuno così gli crede. Si consuma
così il terribile dramma di un uomo e di suo figlio, la cui vita non
sarà più la stessa. Almeno non lì. Non in quel paese dove sono
cresciuti e che un tempo consideravano casa.
E
così ci si incazza nel vedere questo film e ci si sente impotenti,
si vorrebbe essere lì dentro la pellicola a provare a spiegare a
tutti che Lukas è innocente. Urlarglielo. Magari prendere a schiaffi
qualcuno. Si, volevo entrare dentro il film ed urlare. E quando un
regista riesce a creare questo, vuol dire che ha fatto qualcosa di
grandioso. Si resta senza respirare, perché non c'è proprio un
minimo di ossigeno, un minimo bagliore di luce. C'è chi lo ha
accostato a Dogville, ma diavolo, in Dogville alla fine vengono
uccisi tutti. E godiamo di santa ragione.
Qui
no. Soffriamo e basta. E' estremamente emozionante ma le emozioni
sono tutte negative, ed io un film così non lo concepisco, mi
dispiace. Ho bisogno di quella “grotta magica” quando Melancholia
sta per scontrarsi e qui non c'è. E non mi basta la bellissima scena
dell'amico che si decide alla fine a credergli, dopo aver sempre
avuto un qualche dubbio. E non mi basta la splendida figura del
figlio, l'unico a non dubitare mai del padre. E non mi bastano le
tante altre scene di una bellezza disarmante, come quella, in primis,
di Lucas che alla fine prende in braccio la bambina che l'ha accusato
ingiustamente (perché lui non l'ha mai condannata, l'ha sempre
compresa.)
Non
mi basta, perché c'è troppa cattiveria...e troppa poca speranza.
Ma
è un film straordinario. Niente da aggiungere. Se dovessi dargli un
voto non potrei non dargli un 10 pieno per intenderci, pur essendo
l'opposto del cinema che piace a me. Spietato, crudele, ma davvero
grandioso. E lo sto amando alla follia, pur odiandolo con tutto me
stesso.
(come
vi siete accorti è la recensione più “di pancia” che abbia
scritto sinora. Non so nemmeno se poterla chiamare recensione.
Chiamatelo commento... chiamatelo racconto di uno stato di uno stato
d'animo. )
questo mi manca! Adoro Mads Mikkelsen fin dalla prima visione di "Le mele di Adamo", ti ringrazio in anticipo per avermi risolto un mercoledì sera vuoto, infatti stasera mi guardo sicuramente questo!
RispondiEliminaSono contento!
RispondiEliminaVisto che avevo ragione?
E' il 4° "10" in quattro anni che ho dato nel blog ed è già il sicuro vincitore di film dell'anno.
Grande rece, appassionata e ferita come si conviene.
Io al cinema ero in apnea...
ma come hai fatto a non citare lo sguardo in chiesa????
vittorio, mi fai male così!
Aggiungilo!
:)
Hai ragione... è una delle scene più intense del film. Il problema è che sono stato ore nel letto senza riuscire a prendere sonno e così ho scritto di getto!! senza metabolizzarlo... quella scena idealmente è compresa la dove scrivo "tutte le altre scene di una bellezza disarmante"...
EliminaLa scena migliore per me però è quando prende in braccio la bambina alla fine. Forse la vetta più alta di un film sicuramente indimenticabile!
scena magnifica
Eliminasei d'accordo che è come se ci fossero stati 3 finali diversi?
uno sospeso alla Non è un paese per vecchi o history of violence quando l'amico va da lui, uno emotivo a chiudere il cerchio con la bimba e poi quello reale, minaccioso e metaforico.
Uno di seguito all'altro.
Si, sono pienamente d'accordo... ma l'ultimo forse, nell'ottica del film è perfetto. Se fosse finito con la scena della bambina avrebbe dato un sapore troppo positivo per un film del genere. Ma per me resta la miglior scena del film. Di festen cosa ne pensi? l'hai visto? merita recuperarlo?
EliminaMerita merita.
EliminaMa è un dogma eh (o poco distante), niente a che fare con Il Soapetto.
Me lo ricordo pochissimo, lo vidi appena uscito, dovrei recuperarlo anche io...
E come Melancholia lo si ama perchè lo si odia, è così
RispondiEliminaE' diverso: Melancholia, Dogville...sono film metaforici, la realtà è filtrata. qui invece non ci sono filtri e per questo fa ancora più male!
EliminaAnche i film di Kim Ki Duk sono pesanti emotivamente, ma sono simbolici... e poi c'è l'amore che funge un po' da rassicurazione.
Questo invece è tremendo.
Anche se tremendamente bello.
E cmq ho riletto la tua recensione. Stavolta attentamente... mi sa che posso fidarmi ciecamente dei tuoi consigli
EliminaSì sì, hai ragione, volevo solo dire che sono film che odi amarli :)
Eliminagrazie :)
Appena visto, che dire....ammaliato dalla potenza emotiva di questa pellicola! Ringrazio te e il tuo blog per avermi fatto scoprire questo film meraviglioso!
RispondiEliminaMi fa piacere! E' un grandissimo film... Lo odi ma è immenso, potentissimo!
EliminaComplimenti per la recensione... Condivido ogni punto... Film immenso di un grandissimo Vinteberg al suo secondo capolavoro dopo Festen!
RispondiEliminaHai colto in pieno il mio stato d'animo di fronte a questo film bellissimo e terribilmente crudo. Vinterberg s'è fatto le ossa con von Trier, e ora sta prendendo un percorso tutto suo che, a quanto pare, non ha molto dei suoi esordi "dogmatici", anche se continua a palesare una critica alla società borghese feroce come pochi.
RispondiEliminaL'ho visto un po' in ritardo questo film. E mi ha fatto letteralmente a pezzi. Bella recensione, complimenti.
RispondiEliminaGrazie! è davvero un film che ti fa a pezzi, ma non puoi non amarlo allo stesso tempo!!
RispondiEliminaGrazie della recensione, mi ha incuriosito...ora lo guardo!
RispondiEliminaMathieu
Grazie a te di leggerle. Per me è un grande film, poi fammi sapere!!
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