<< Cosa stai sognando? >>
<< Cosa intendi? Io non posso
sognare. >>
<< Ma certo che puoi farlo. Devi
solo volerlo fortemente. >>
Splendido. Splendido. Splendido.
Lo ammetto...sono arrivato decisamente
tardi perché questo mediometraggio scaturito dalla fantasiosa mente
di Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee, Nel
paese delle creature selvagge) è uscito nel 2010, sponsorizzato
dalla Absolut Vodka.
Ma al di là di ciò, non ho potuto
resistere a dedicargli un intervento su questo blog.
Perché di rado si incontra un qualcosa di così bello e così intenso in tutta la sua leggerezza, semplicità e sensibilità.
Non una semplice storia d'amore. Per
quanto mi riguarda, la storia d'amore più originale e deliziosa che
abbia visto dai tempi di “Eternal sunshine of the spotless mind...”
Il tutto condensato in 30 minuti di splendore, estremamente intensi,
accompagnati da una colonna sonora eccezionale.
Siamo in un mondo in cui i robot convivono con gli essere umani, vanno al lavoro, girano in macchina con la musica a tutto volume, vanno ai concerti e soprattutto come gli essere umani sono in grado di provare sentimenti. Il protagonista così è proprio un buffo robot di nome Sheldon (interpretato da Andrew Garfield che gli presta corpo e voce), che fatta eccezione per quella scatola dalle fattezze di vecchio computer che si ritrova al posto della testa, ha tutti i connotati per essere considerato uno come tanti, un tipo ordinario, un po' introverso ed imbranato, che di mestiere fa il bibliotecario e vive la sua routine senza troppi alti ne bassi. Ma i suoi occhioni tristi e sognanti bucano sin da subito lo schermo, forse meglio di quanto qualsiasi attore in carne ed ossa avrebbe potuto fare. (e non è semplice rendere un robot così tanto 'umano', così vero).
Questo mediometraggio di 30 minuti, per
me, ha tutto ciò che rende un opera filmica straordinaria...
immagini dal grosso impatto visivo, una bellissima storia, malgrado
la sua estrema semplicità, e quell'atmosfera malinconica che rende
il tutto più magico ed al tempo stesso più reale.
Si, perché malgrado i protagonisti
insoliti, che danno quel leggero tocco di surrealismo, ciò che ci
troviamo di fronte agli occhi risulta pienamente reale, sincero,
vero!
Per questo motivo è difficile non
restare coinvolti ed allo stesso tempo affascinati.
Con me forse è più facile fare
centro, essendo il sottoscritto un inguaribile romantico, ma dubito
che questo 'filmino' possa risultare freddo anche a chi di
sensibilità non ne ha certo da vendere.
Sinceramente non so nemmeno come Spike
Jonze sia riuscito a creare questa magia, quali sono le scelte che
hanno reso questo cortometraggio così pieno di poesia.
Quei 30 minuti volano in piena
leggerezza, commuovendo, emozionando...
Già l'incipit è straordinario... con
lo sguardo di Sheldon perso fuori dal finestrino dell'autobus che
vale più di molte parole... Si capisce che avrebbe soltanto bisogno
di qualcuno con cui condividere emozioni e bei momenti.
Lo ritroviamo così più tardi con
quel suo sguardo sognante a fissare un aereo che vola alto nel cielo,
con la speranza, in quel momento irrealizzabile, di essere lui sul
quell'aereoplano diretto non si sa dove, basta da qualche altra
parte, per fuggire da una quotidianità dove non sembra esserci
spazio per la felicità, ma solo per la malinconia...per quel triste
senso di insoddisfazione e di incompletezza.
Questo è lo scenario iniziale, che
puntualmente cambia con l'arrivo di lei, un'altra robottina, che a
differenza di lui appare più esuberante ed estroversa. Per Sheldon,
lei rappresenta proprio quell'aereoplano con cui mandare a farsi
fottere la solitudine e partire verso un viaggio che ridia senso a
tutto...
Da lì in poi si dipana una storia
toccante ed a sprazzi tristissima che pone l'accento sulla bellezza
del “donarsi agli altri per amore, senza chiedere niente in
cambio”. Tutto questo, senza quel buonismo fastidioso e quella
retorica che abbonda in molti film... qui è tutto più genuino. E
magico. Scusatemi se insisto su questa parola... ma questa è la
sensazione.
La scena di loro due nel bosco è
sensazionale. Vuoi per la bellissima fotografia, vuoi per la perfetta
canzone di sottofondo... ma è soltanto una delle tante che
compongono questo gioiello. Poesia che non ha bisogno di versi, ma
solo di immagini. Peccato quindi che duri così poco (anche se in
questo sta forse la sua grandezza).
Se come me ve lo siete perso,
recuperatelo per favore. Fatelo per il vostro bene. ;-)
A questo punto non posso fare altro che seguire il tuo consiglio e recuperarlo, sono molto curiosa di vedere effettivamente questa chicca che hai ben descritto!
RispondiEliminarecuperalo! recuperalo! se ho ben capito ciò che ti piace, leggendo il tuo blog, dovrebbe piacerti! poi fammi sapere!
EliminaLo dovevo vedere e finalmente ci sono riuscita. Hai pienamente ragione, ha qualcosa di magico, mi è piaciuto. Grazie!
Eliminamini capolavoro!
RispondiEliminaera un po' che non restavo così entusiasmato. Da come ero rimasto affascinato mi sentivo quasi un imbecille! ;-)
EliminaSono contento che ti sia piaciuto così tanto Vittorio!
RispondiEliminaIo come sai ne avevo parlato poco perchè l'avevo messo in un post generale di 4 corti.
Ottima recensione.
La fotografia di cui ad esempio parli per la scena del bosco è un marchio di fabbrica di Jonze, usa le luci del sole in una maniera sempre grandiosa.
Anche in quel film che ha diviso così tanto la critica che è Nel paese delle creature selvagge c'erano 2,3 sequenze da pelle d'oca in questo senso...
Non ho visto il film ma volevo farti i complimenti per il blog... è appena nato e hai già scritto tantissimo (e, soprattutto, benissimo!). Ti invidio molto.
RispondiEliminaDunque, benvenuto nella blogsfera.
Ho visto che ami Wong Kar-Wai e McQueen (per ora sono arrivato qui a leggere...) e quindi andiamo senz'altro d'accordo!
Ti seguirò :-)
A presto!
Grazie mille Kelvin!! Anche io ho cominciato a seguirti!
EliminaCom'è che me lo sono perso? Stasera rimedio subito! Anche se lo Spike Jonze che preferisco è quello sceneggiato da Charlie Kaufman, la tua recensione mi ha fatto venire voglia!
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