“Fra
tutte queste vite, qual è quella giusta?”
“Ognuna di queste vite è quella giusta. Ogni sentiero è il sentiero giusto. Ogni cosa potrebbe essere qualsiasi altra e avrebbe comunque senso...”
“Ognuna di queste vite è quella giusta. Ogni sentiero è il sentiero giusto. Ogni cosa potrebbe essere qualsiasi altra e avrebbe comunque senso...”
Chi
non si è mai domandato come sarebbe andata la sua vita se avesse
fatto scelte diverse? Magari cambiando un piccolo particolare, un
minimo dettaglio apparentemente inutile? Chi non ha mai sperato di
poter tornare indietro per provare a prendere altre decisioni e
vedere dove lo avrebbero portato? Generazioni di filosofi, artisti,
scrittori sono state affascinate da questa tematica... L'uomo, del resto, come diceva Kierkegard è frutto delle proprie scelte...
oppure è il caso che decide per noi? Quanto le piccole scelte degli altri condizionano anche la nostra vita? Quanto il nostro vissuto dipende
da noi?
La
verità è che sono tutte tematiche complesse, a cui forse nessuno
riuscirà mai a dare una risposta... Il bello sta proprio nel porsi
queste domande, nell'immergersi in questo caos... E' ciò che ha
provato a fare Jaco Van Dormael, con questo film del 2009, “Mr
Nobody”, anch'esso semisconosciuto in Italia, perché non ha mai
raggiunto le nostre sale, malgrado i tanti premi vinti a giro per il
mondo. Devo ammettere che anch'io l'ho scoperto tardissimo, ma è stata una visione folgorante, di quelle che ti catturano, in maniera
piacevole e mai angosciante, malgrado l'atmosfera malinconica che si
respira per tutta la sua durata...
Non
posso non consigliarlo vivamente, anche se con le dovute
precauzioni... E' infatti un film complesso, coraggioso, sicuramente
non immediato, per chi non è abituato a vedere un certo tipo di
pellicole. Per alcuni, abituati ad avere di fronte agli occhi una
storia lineare con tutte le risposte, può risultare anche
fastidioso. E' indubbiamente un'opera ambiziosa, considerando che il
regista belga Jaco Van Dormael ci ha messo ben dieci anni per
realizzarlo, passando giorni interi a scrivere, cancellare e
riscrivere la sceneggiatura, per non parlare dell'intero anno
dedicato al montaggio. Ma nonostante questo, tutto si può dire di
“Mr Nobody” tranne che sia soltanto un esercizio di stile. E' un
film infatti che trasuda passione ed amore per la vita.
E'
il film ideale di cui scrivere, dopo aver parlato la scorsa settimana
di 2046. Se 2046 era infatti una struggente descrizione dello stato
di malinconia di un uomo, prigioniero dei rimpianti per le scelte
compiute in passato, questo film ci dice, con toni magici ed onirici,
che non esistono scelte sbagliate e scelte giuste. Ognuna ha senso...
Per me è uno straordinario messaggio d'amore, dalla grandissima
energia vitale.
Non
è semplice parlare della trama. In sintesi, il film si apre in uno
scenario fantascientifico in cui la scienza ha scoperto, attraverso
il metodo della “Telomerizzazione” il modo di impedire
l'invecchiamento e quindi la morte per cause naturali. Un anziano
signore, Nemo Nobody, di 118 anni, sarà proprio l'ultimo essere umano a
morire per cause naturali. Per questo tutte le attenzioni mediatiche
sono incentrate su di lui. Un giornalista tenta quindi di
intervistarlo, chiedendogli di narrare i suoi ricordi. Così comincia
la narrazione di Nemo Nobody, con un bambino che si trova sulla
banchina della stazione a dover decidere se prendere un treno insieme
alla madre, oppure restare con il padre. Da quella sofferta e
difficile decisione, comincia lo splendido viaggio nella memoria del protagonista, a partire dai primissimi ricordi della sua infanzia. Ben presto
però quei ricordi sembrano confondersi e ci accorgiamo che Nemo non
sta ricordando una sola vita, ma più di una. Le sue storie talvolta
scorrono parallele, talvolta si intrecciano, le sue vite si
moltiplicano. Per ogni difficile scelta della sua vita, l'anziano
(ci) narra più di una possibilità. E queste diventano infinite...
Qual è la vera vita vissuta dal protagonista? Qual è la realtà e
quali ricordi sono solo frutto dell'immaginazione? Non lo sappiamo,
ma ci perdiamo piacevolmente in questo vortice fatto di passato,
presente, futuro, felicità, tristezza, rimpianti, speranze, amore,
amicizia...
Insieme
a Nemo non riviviamo soltanto i momenti della sua adolescenza, i suoi
primi amori, le discussioni con i genitori, le sue crisi
esistenziali, ma riviviamo innanzitutto la nostra vita. Le paure di
quel bambino che non sa cosa fare, sono la proiezione delle nostre
paure di fronte a qualsiasi difficile scelta a cui la vita ci obbliga. Ci identifichiamo e quindi ci emozioniamo. La visione non è
mai passiva... siamo sempre spinti a ricordare... E' lì che Van
Dormael ha fatto centro, creando un film capace di coinvolgere ed
emozionare, senza né stancare né angosciare. Nonostante la
complessità della sua architettura, infatti, la pellicola risulta
decisamente leggera e scorrevole... vola via rapida, finisce che
quasi non te ne sei nemmeno accorto... proprio come un treno che
passa veloce e non ti da il tempo di decidere cosa fare...
La
voce fuori campo del bambino è pienamente azzeccata...tutti infatti
di fronte a questa opera ci sentiamo un po' bambini, ingenui, privi
di sicurezze, ma con lo sguardo pieno di stupore... E' Van Dormael
che prova a guardare il mondo come un bambino ed il bello è che ce
lo fa guardare anche a noi nello stesso modo.
L'idea
di partenza non è certo originale, è vero.... La strada delle
infinite possibilità della vita è già stata battuta in altri film.
L'affascinante teoria del “butterfly effect”, secondo cui il
battito di ali di una farfalla in una parte del mondo, può creare
effetti potentissimi da un'altra parte è stata al centro di molte
altre opere artistiche, di qualità variabile. Tanti altri registi
ne hanno tratto film... Lo scrittore Asimov sulla possibilità di
cambiare la storia e il destino dell'umanità variando piccolissimi
dettagli, ci ha scritto quel capolavoro che è “La fine
dell'eternità” (il più bel libro di fantascienza che abbia mai
letto), ma Van Dormael da questa idea non originale è riuscito a creare un film,
diverso da tutti gli altri, con una propria personalità che lo rende
unico, potentissimo e coinvolgente! Del resto, non esistono idee
originali di per se, ma modi originali di esporle...
Tutto
appare magico, poetico, surreale... Si, si tratta di un viaggio onirico nella memoria e nei dubbi del protagonista. Si passa dalla
tenerissima storia d'amore adolescenziale tra il protagonista e Anna,
alla angosciosa relazione tra Nemo ed un'altra donna scelta in
un'altra vita, sulle soglie della follia, all'insoddisfazione per
una vita dedicata soltanto alla ricerca del successo... ma anche
questa un'altra vita fra le tante, un altro Nemo fra tutti quelli
possibili... Tante storie interconnesse... sentieri che si
congiungono ad altri, si fondono per poi di nuovo separarsi. Il tempo
fa capriole su stesso, ritorna indietro e va da un altra parte. E
mentre lo fa sembra proprio che non abbia il minimo peso. Il tempo
che di solito di appare angosciante ed opprimente diventa un entità
priva di consistenza, soltanto una melodia musicale, incapace di
smuovere le lancette della bilancia...
Il
tutto intervallato da riflessioni scientifiche... bellissime sequenze
in cui lo stesso Nemo ci pone domande sulla nostra esistenza... sul
perché ci innamoriamo... Si parla del big crunch, della possibilità
che un giorno lo sviluppo dell'universo non tenda più al caos, ad un
aumento dell'entropia, ma si inverta, restringendosi, portandosi
dietro il tempo... a quel punto torneremo tutti indietro? Rivivremo
all'incontro la nostra vita? Cosa accadrà veramente?
“Com'era
prima del Big Bang? Be', vedete... il prima non c'era, perché prima
del Big Bang il tempo non esisteva. Il tempo è il risultato
dell'espansione dell'universo stesso. Ma cosa succede se il tempo
smette di espandersi e il movimento si inverte? Quale sarà allora la
natura del tempo? Se la teoria delle stringhe è corretta, l'universo
ha nove dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Possiamo
immaginare che all'inizio tutte le dimensioni fossero collegate tra
loro. Durante il Big Bang tre di queste dimensioni, conosciute come
altezza, larghezza e profondità, e un'altra dimensione, che noi
conosciamo come tempo, si dilatarono. Le altre sei dimensioni
rimasero intrecciate tra loro. E se vivessimo in un universo ad una
dimensione come distinguere l'illusione dalla realtà? Il tempo è
conosciuto come una dimensione di cui viviamo l'esperienza in
un'unica direzione. E se una delle altre dimensioni non fosse
spaziale, ma temporale?”
oppure:
“Perché
il fumo delle sigarette non torna mai indietro? Perché le molecole
si respingono l'una con l'altra? Perché una goccia di inchiostro non
ritorna più come prima? Perché l'universo tende alla dissipazione.
Questo è il principio dell'entropia. La tendenza dell'universo di
evolvere il suo stato, in un caos crescente. Il principio di entropia
è associato alla direzione del tempo che è il risultato di
un'espansione dell'universo. Ma cosa succederebbe se la forza di
gravità non fosse in grado di bilanciare la forza di espansione? O
se il quantum di energia fosse troppo debole? In quel momento, il
mondo può incorrere nella fase di contrazione: il Big Crunch. Allora
cosa succederebbe al tempo? Andrebbe al contrario? Nessuno conosce la
risposta.”
Messa
così sembra davvero tanta, troppa carne sul fuoco, per creare un
film che possa essere piacevole e leggero... Ed invece è proprio
così.
Non
nascondo che alcune sequenze le ho trovate troppo assurde, magari
evitabili e lo stile forse è troppo ricercato. Troppo inquadrature
virtuose, forse troppe voci fuori campo, ma sono piccole pecche di un
film che merita senz'altro di essere visto. Anzi, vissuto! Un film
che più che una narrazione di una storia è un'esperienza
sensoriale, visiva, che ci invita a fare fare i conti con noi stessi,
ma stavolta non finiamo con le lacrime agli occhi, ma con un sorriso
e ci amiamo di più.
Difficile
etichettarlo... non lo si può definire un film di fantascienza, così
come è difficile stabilire se si tratta di una commedia oppure di un
film drammatico. Ed il finale non si sa se sia un lieto fine oppure
no... E' tutto ed allo stesso tempo niente, così come il suo
protagonista Nemo è al contempo tutti e nessuno... Ma lo sfuggire a
qualsiasi classificazione è proprio uno dei suoi maggiori pregi.
C'è
chi ha considerato questo film incompleto...sinceramente, dove sta
l'incompletezza? Non è mica un thriller in cui alla fine dobbiamo
avere tutte le risposte... il film vuol proprio dire il contrario.
C'è
chi lo considerato troppo teen drama... Bhè, da quando dare ampio
spazio all'adolescenza del protagonista, significa fare un teen
drama?
...“Riesco
a ricordarmi di tanto tempo fa, prima della mia nascita. Ero
raggruppato con quelli che ancora non erano nati. Fino a che non
veniamo al mondo sappiamo tutto, tutto quello che deve ancora
accadere. Quando è il tuo turno, gli angeli dell'oblio ti premono un
dito sulla bocca. Con il dito ti toccano il labbro superiore.
Significa che devi dimenticare tutto. Ma gli angeli mi saltarono. Poi
dovetti trovare una mamma e un papà. Non è facile scegliere... “
Già
per un monologo così in apertura...meriterebbe a prescindere di
essere visto...
Infine,
è d'obbligo concedere un grandissimo applauso va a Jared Leto, (il
cantante dei 30 Seconds to Mars per intendersi) che, reggendosi
l'intero film sulle spalle, ha dimostrato di essere anche un ottimo attore,
interpretando un personaggio complesso e rendendolo credibile in
tutte le sue sfaccettature ed in tutte le sue diverse vite.
Cosa
aggiungere? Inutile dilungarmi oltre. Un film che, pur senza offrire una visione rassicurante della vita, fa venire voglia di
vivere, senza rammaricarsi del passato o angosciarsi inutilmente per
il futuro. Se per voi è poco...
Complimenti per la recensione e per il blog! Sono in sintonia con tutto il tuo giudizio, e trovo estremamente triste che pellicole di questo genere non vengano distribuite in Italia, ma allo stesso tempo felice di trovare persone disposte a riflettere sui molti interrogativi che l'arte cinematografica si pone. Non siamo solamente un paese adatto a reality e cinepanettoni!
RispondiEliminaAncora complimenti!
grazie mille. ricambio i complimenti per il tuo blog. Nonostante tu abbia appena cominciato ha già creato un bel blog ricco di contenuti, bravo.
RispondiEliminaTornando in argomento, peccato davvero che film così non escano nemmeno al cinema, o quando escono arrivano soltanto in poche sale. Evidentemente l'hanno ritenuto 'troppo strano' per le menti del pubblico medio italiano...anche se secondo me rispetto a tanti altri film che arrivano gli avrei dato qualche chance in più. In fin dei conti non ci vuole tutta questa sensibilità per farsi piacere (non ti dico amare) un film così... peccato. e grazie di nuovo per essere passato!
Film che ho adorato davvero! Complesso ma poetico al punto giusto... un peccato che qui non sia mai arrivato.
RispondiEliminaLa recensione definitiva.
RispondiEliminaPortala all'Università.
Non posso dir altro.
Ma grazie Caden! Quando i film mi trasmettono così tanto, diciamo che mi sento molto ispirato e le parole vengono da sole, senza troppe difficoltà...;-) Ti ho risposto anche alla tua recensione! ;-)
Elimina"E' tutto ed allo stesso tempo niente, così come il suo protagonista Nemo è al contempo tutti e nessuno".
RispondiEliminaUna frase ed hai detto tutto. Complimenti!