"Cosa sei diventato in tutto questo tempo?
Non lo so. Forse quello che non ho mai voluto essere."
Non lo so. Forse quello che non ho mai voluto essere."
Si tratta anche in questo caso di
un'opera estremamente particolare e stravagante, che sfugge ad ogni
classificazione, caratterizzata da un'estrema freschezza, nella quale
già si trovano tutte le cifre stilistiche e le tematiche che
caratterizzeranno anche i due successivi film dell'autore.
Anche questa pellicola è caratterizzata da un intreccio complesso, visto che la
narrazione fluttua tra i ricordi dell'anziano protagonista, con
quella continua commistione tra realtà ed immaginazione, ma
nonostante questo l'atmosfera risulta sempre di una leggerezza
incredibile, quasi magica.
L'inizio è criptico: le prime sequenze
infatti ci mostrano l'omicidio di un anziano signore ed il trasporto
del corpo dentro un sacco bianco per eseguire l'autopsia. Poi compare
la figura del singolare protagonista, Thomas, un altro vecchio
alquanto bizzarro che vive in un ospedale psichiatrico, ossessionato
dal desiderio di uccidere un certo Alfred che in seguito scopriamo
essere il suo vicino di casa quando era bambino.
Il motivo di questo odio? Semplice: (si
fa per dire) Thomas sin da piccolo ha vissuto con la convinzione di
essere stato scambiato quando era ancora in culla, proprio con
Alfred, a causa di un incendio nell'ospedale e di aver quindi vissuto
nella famiglia sbagliata. Non si sa se questa idea derivi soltanto
dall'invidia nei confronti di quello che era il bambino più ricco
del paese, oppure sia dovuto ad altro. Thomas dice di ricordare
esattamente l'incendio... sarà vero? sinceramente, alla fine,
procedendo con la visione non ce ne interessiamo neppure...
La forza del film, infatti, sta nel
modo in cui Van Dormael ci fa ripercorrere la vita del protagonista,
in tre età diverse, l'infanzia, la maturità, la vecchiaia, anche
stavolta andando avanti ed indietro nel tempo. Non si fa altro che
seguire il flusso di coscienza del protagonista, trasportati da una
colonna sonora azzeccata per ogni situazione. E la maestria del
regista è tale da farci avvertire il Tempo, come in Mr Nobody, non
come un entità pesante, ma leggera, quasi priva di consistenza. Con
il tempo ci possiamo giocare e possiamo farci quel che ci pare grazie
all'immaginazione.
E così anche qui il film scorre
leggero fino al finale in cui scopriamo il responsabile e le
motivazioni di quell'omicidio iniziale. Nel mezzo tra il prologo e
l'epilogo, però, c'è un intera vita, un'immensità di emozioni.
La parte più splendida è quella
dedicata all'Infanzia, come ci si dovrebbe aspettare da un tizio che
prima di mettersi a fare il regista faceva il clown e l'animatore per
bambini. Questa parte, che scorre veloce sulle note della canzoncina
“Boum” che il padre intonava al pianoforte, è piena di allegria
e malinconia allo stesso tempo, ci si commuove, ma al contempo si
sorride e spesso si arriva anche a ridere. Vediamo la storia (la vita) con gli
occhi di un bambino e ci sembra quasi una fiaba. Così ci emozioniamo
tantissimo nelle scene che ritraggono lo splendido rapporto del
protagonista Thomas (il nostro Toto, soprannominato dagli altri
bambini “patata lessa”) da una parte con il fratello down di nome
Celestino, dall'altra parte quello con l'estroversa ed enigmatica
sorella Alice. Personaggio bizzarro al punto da andare a minacciare
la statua della Madonna in chiesa con il pugno teso per far si che
esaudisca i suoi desideri. Tra Thomas e Alice c'è un sentimento che
non può che essere definito amore. Le scene tra loro due sono una
più bella dell'altra e malgrado l'apparenza incestuosa, sono di tale
tenerezza, da non farci mai avere il dubbio se fare o meno il tifo
per loro.
Nella stagione della vita successiva,
troviamo un Toto diventato adulto che però conserva ancora un animo
da bambino, pieno di insicurezze. E così lo vediamo innamorarsi di
una donna sposata di nome Evelyn, con la quale stringe un rapporto
molto simile a quello avuto con la sorella, dove nuovamente si
raggiungono vertici di poesia...
Quello che abbiamo di fronte altro non
è che un uomo comune, uno che come tanti nella vita ha collezionato
errori, ha detto le parole sbagliate al momento sbagliato, è salito
su treni su cui non sarebbe mai dovuto salire. Ma è questo che lo
rende così vicino a noi...
In ogni caso, non voglio svelare altro
sulla trama... Fidatevi, è un film splendido, emozionante come
pochi, con, per di più, una fotografia di bellezza cristallina ed
una regia che denota un enorme talento ed una grande inventiva.
Specialmente se avete visto Mr. Nobody
e come me lo avete adorato, non potete non amare anche questa
piccola storia dell'eroe Toto... indubbiamente un altro gioiello da
recuperare!
*curiosità: proprio come Mr Nobody Toto le héros richiese dieci anni di lavoro dal momento che Van Dormael riscrisse il copione almeno otto volte.
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